CIMITERO MONUMENTALE DI MESSINA
Il Cimitero Monumentale di Messina è uno dei più importanti d’Italia e, con i suoi 22 ettari, rappresenta il più vasto parco della città. Concepito dall’architetto Leone Savoja, che nel 1854 vinse il bando per il suo progetto, il cimitero è stato immaginato come un luogo di meditazione e preghiera. Inaugurato nel 1872, il sito ospita oggi un eccezionale repertorio di scultura e architettura che abbraccia stili liberty, eclettici e neoclassici.
Questo cimitero non è solo un luogo di riposo eterno, ma anche una galleria a cielo aperto che riflette la cultura e l’identità della comunità messinese degli ultimi centocinquanta anni. Le opere presenti nel Gran Camposanto sono il risultato della maestria di artisti e artigiani che, attraverso monumenti funebri, statue e cappelle, hanno reso omaggio ai defunti e alla città stessa.
Tra le sue opere più significative, il cimitero ospita monumenti come la Cappella Bonajuto, un esempio pregevole di architettura liberty, e il Monumento ai Caduti della Grande Guerra, testimonianza di un passato segnato da eventi storici drammatici. L’eclettismo e il neoclassicismo si manifestano in numerose altre tombe e cappelle, ognuna raccontando una parte della storia locale.
Il Gran Camposanto di Messina è un’area verde che invita alla riflessione e alla scoperta delle radici storiche e culturali della città. Visitare questo cimitero significa immergersi in un percorso di arte e memoria, dove ogni angolo racconta storie di vite vissute e di epoche passate, rendendolo un patrimonio inestimabile non solo per la comunità locale, ma per l’intero paese.
Il Gran Camposanto, così comunemente chiamato tra i cittadini messinesi è l’unico sito cimiteriale in Sicilia preservato come bene con vincolo architettonico (decreto del 2002), è riconosciuto per la sua eccezionale importanza architettonica, storico-artistica ed etno-antropologica.
La Porta Maggiore del Gran Camposanto offre una vista scenografica su un grande piazzale decorato con fiori che compongono lo stemma della città di Messina.
All’interno del cimitero possiamo individuare due importanti aree:
Cenobio
Nella parte alta si trova il Cenobio, una chiesa gotica inizialmente residenza del cappellano e direttore del cimitero. Il cenobio, progettato da Giacomo Fiore, fu danneggiato dal terremoto del 1908 e restaurato negli anni ‘30. Continuò ad ospitare funzioni religiose fino agli anni ‘50.
Famedio
Lateralmente alla Porta Maggiore, due viali conducono alla galleria monumentale e al famedio, che ospita i sepolcri dei cittadini illustri.
La spianata circostante il famedio contiene monumenti sepolcrali di notevole valore artistico, realizzati tra la fine dell’Ottocento e i primi anni del Novecento.
Ospita le tombe di illustri personaggi come Felice Bisazza e Giuseppe Natoli, il cui monumento sepolcrale, opera di Lio Gangeri, fu eretto nel loggiato sovrastante. Il famedio fu gravemente danneggiato dal terremoto del 1908 e la copertura non fu più ricostruita.
Le vittime di quel drammatico spartiacque della storia messinese, vengono commemorate con numerosi monumenti sparsi sul tutto il cimitero.
Tra i principali monumenti commemorativi vicino alla Porta Maggiore vi è quello dedicato alle vittime dell’esplosione del Forte Polveriera (Masotto) del 1888 e il monumento alla Guardia di Finanza realizzato da Vito Pardo.
Tra gli artisti che lavorarono per il cimitero ci sono Lio Gangeri, Giovanni Scarfì, Gregorio Zappalà, Salvatore Buemi, Mario Rutelli, Adolfo Romano, Mimì Maria Lazzaro, Carmelo Cappello, Vito Pardo, Mario Lucerna, Giuseppe Sutera, Ovidio Sutera e Antonio Bonfiglio. Anche architetti come Giovan Battista Filippo Basile e Giuseppe Samonà contribuirono alle cappelle funerarie del cimitero.
I lavori rinvenuti attribuiti allo scultore Salvatore Picciotto sono presenti in diverse sezioni del gran Camposanto. Nello specifico nelle seguenti: Lato sud – San Cosimo, Spianata Galleria, Spianata La Farina, Lato nord – La Palmara.
Per altri lavori, alcuni dei quali riconducibili al periodo della bottega Sutera, sono stati rintracciati nell’abitazione e nel laboratorio dello scultore bozzetti preparatori in gesso che al momento non hanno consentito ulteriori approfondimenti per la relativa attribuzione.