La ricostruzione storico – artistica delle opere dello scultore Salvatore Picciotto è il risultato di un percorso tortuoso in continua evoluzione. La ricerca di documenti e il costante ritrovamento di materiali hanno permesso di certificare con criterio e ordine la comprovata attività di scultore marmista nel tessuto storico – artistico Messinese e non solo.
Attraverso indagini documentali e di ricerca attiva sul campo è stato possibile creare una vera e propria linea del tempo, focalizzando una chiara cronologia che racconta tutte le parti della sua evoluzione artistica – lavorativa permettendo, così la ricollocazione nel tempo delle sue sculture, degli eventi artistici a cui ha partecipato e della sua attività da marmista-scultore.
Dal talento innato dell’artista e dalla sua bravura nell’averlo saputo coltivare, grazie ad un’accurata formazione, rilevano spesso nelle sue opere tratti inconfondibili volti ad identificare una firma propria della sua tecnica. Così, plasmando il marmo originano emozioni e fasi della vita dello scultore.
La suddivisione adottata per la catalogazione delle opere fa capo all’analisi dei materiali di cui sono composte le sculture senza trascurare gli aspetti artistici che le differenziano.
A sua volta la stesura della singola scheda di catalogo prevede la compilazione di ogni campo richiesto generalmente dalla catalogazione, partendo dal luogo di rinvenimento, misure, peso e descrizione attenta dei particolari. Questo ha portato per motivi ben precisi a suddividere le sculture in diversi gruppi e sottogruppi.
Sono stati individuati due nuclei principali: collezione privata e sculture cimiteriali. Il primo gruppo comprende 23 sculture ed è suddiviso in quattro sottogruppi: le sculture surrealiste, i gessi, le sculture classiche e le sculture lignee. Il secondo gruppo, invece, al quale si ricollegano 15 sculture, racchiude le opere ad oggi rinvenute, commissionate all’artista nel periodo più florido della sua arte, dislocate per tutto il territorio Messinese e Siciliano presso i vari cimiteri comunali e non solo.
Oltre a queste opere di cui è certificata la paternità dell’artista, bisogna menzionare tutte le sculture delle quali si ha una testimonianza tramite foto dell’epoca e di cui ancora non è pervenuta alcuna certificazione.